Durante il ricovero ospedaliero in Italia è estremamente improbabile che il bambino venga separato dai Genitori; tuttavia non sempre al bambino viene garantita la costante presenza del Genitore durante TUTTE le fasi di un accesso al Pronto Soccorso: talvolta, ad esempio, i Genitori vengono allontanati durante le procedure più invasive (prelievi, applicazione di punti di sutura, ecc.) adducendo le motivazioni più fantasiose.
Va detto invece con forza che tali abitudini sono contrarie alla Carta dei Diritti del Bambino e dell’Adolescente in Ospedale redatta nel 2008 dalla Società italiana di Pediatria, che a sua volta richiama i contenuti della Convenzione internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 1989 nello spirito della Carta di EACH (European Association for Children in Hospital) del 1988.
Del tutto recentemente con Delibera n.17/2020 la Giunta regionale abruzzese ha fatto sue queste considerazioni recependo finalmente l’Accordo, ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo, le Regioni e la Provincia di Trento e Bolzano sui documenti “Linee di indirizzo nazionali sul Triage Intraospedaliero”, “Linee di indirizzo nazionali sull’Osservazione Breve Intensiva” e “Linee di indirizzo nazionali per lo sviluppo del Piano di gestione del sovraffollamento in Pronto Soccorso ”.
L’Accordo raccomanda espressamente che nell’organizzazione del sistema ospedaliero di emergenza-urgenza debba essere sempre valutato il bambino insieme alla sua famiglia e si riconosce ai minori il diritto di avere in ogni momento, durante il percorso ospedaliero, i propri genitori o chi esercita la patria potestà.